Il tennis é uno di quegli sport in cui gli infortuni possono avvenire praticamente in qualsiasi zona del corpo. Statisticamente avvengono maggiormente a carico di spalla, gomito e ginocchio. La maggior parte a causa di sovraccarichi e microtraumi inerenti il tipo di sport.Pluim e Staal hanno pubblicato una revisione della letteratura riassumendo gli studi epidemiologici nel tennis che riportano l’arto inferiore come il piú colpito (dal 39% al 65%), seguito dall’arto superiore (dal 24 al 46%) e da tronco e testa (dall’8 al 22%). Questi risultati dimostrano una grossa incidenza del tennis su tutte le zone del corpo e sottolineano l’importanza di un programma di preparazione fisica per i tennisti agonisti.
ELEMENTI DI BIOMECCANICA DEL TENNIS
Le lesioni da sovraccarico nella spalla spesso interessano la cuffia dei rotatori e il tendine del bicipite, spesso secondarie non solo al continuo lavoro eccentrico e concentrico ma anche ad un eccessiva lassità o ipermobilità dell’articolazione glenomerale. La stabilità della spalla durante i colpi richiede un alto livello di controllo muscolare. Ryu e al. riportano un grosso lavoro degli stabilizzatori di scapola durante praticamente tutti i tipi di colpi.
Studi elettromiografici hanno mostrato un’inibizione dei muscoli intrarotatori della spalla dominante nei tennisti rispetto ai rotatori esterni dello stesso braccio. Questi potrebbero essere elementi utili da conoscere sia nella preparazione atletica che nella riabilitazione di spalla di un tennista agonista. Il confronto e il dialogo con l’eventuale preparatore atletico sono fondamentali per la riuscita del pieno recupero post infortunio.
Il gomito spesso inizia a soffrire a causa del sovraccarico. Molte persone pensano che sia la zona piú sollecitata nel tennis. Invece é solo l’anello di una catena cinetica che parte dal piede e arriva alla racchetta. La mobilità di polso e gomito unita alla forza dei muscoli del braccio sono nulli senza una buona mobilità e forza dell’intero corpo. Colonna vertebrale soprattutto.
Nel servizio é fondamentale massimizzare la potenza nella gamba che “guida”. L’allungamento e la pre tensione eccentrica dei muscoli anteriori di spalla (intrarotatori soprattutto) é facilitata dal movimento della racchetta dietro la schiena e poi in alto. Il tronco svolge un ruolo fondamentale anche se, in chi impatta la palla con entrambi i piedi in aria, torna fondamentale la scapola e la sua stabilizzazione.
Nella voleé e nelle risposte al servizio avversario fondamentali diventano le caviglie per un veloce spostamento e posizionamento. Un buon appoggio permette infatti di accumulare energia nel quadricipite che poi verrà rilasciata al momento della risposta.
Nelle risposte da fondo campo fondamentali sono le anche, soprattutto quella anteriore al momento dell’impatto. I muscoli exrarotatori di anca infatti si contraggono in maniera eccentrica per limitare l’intrarotazione. L’energia accumulata verrà poi rilasciata al momento dell’impatto con la palla con una veloce exrarotazione di anca. Per questo i colpi con le gambe parallele perdono in potenza e precisione. Poiché colpendo cosí la palla gran parte dell’energia deve essere sviluppata dalla spalla.
PATOLOGIE FREQUENTI DEL TENNISTA
Questa semplicistica descrizione biomeccanica del tennis aiuta a capire quanto questo sport solleciti tutto il corpo. Valutare eventuali restrizioni di movimento (spesso i tennist presentano un deficit di intrarotazione nella spalla dominante) durante la valutazione é fondamentale per pianificare un piano di trattamento. I muscoli paravertebrali spesso sono facilitati dal lato dominante e la rotazione toracica limitata dal lato controlaterale. Nelle donne spessissimo le ginocchia hanno problemi a causa della tendenza al valgismo. Le caviglie, nel corso della carriera, possono subire diverse distorsioni maggiormente in inversione ma anche in eversione a volte. Ripristinare un buon controllo neuromotorio aiuta i tennisti e li rende maggiormente sicuri durante le performance.
I periodi lontani dai tornei dovrebbero essere utilizzati per migliorare la mobilità e la consapevolezza corporea dell’atleta, in collaborazione con un fisioterapista, oltre che per i normali allenamenti di preparazione atletica.
Bibliografia:
- Functional training handbook – Craig Liebenson
- Biomechanic and Tennis – British Journal of sports medicine https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2577481/